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Alla tv |
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Titolo:
Il Grande Torino
in onda su RaiUno - 25 e 26 settembre 2005
Regia: Claudio Bonivento
Cast: Michele Placido, Remo Girone, Tosca d'Acquino ...
I giocatori: Eusebio Castigliano (Francesco Venditti), Romeo
Menti (Andrea Golino),Valerio Bacigalupo (Gian
Felice Facchetti), Mario Rigamonti (Max Parodi), Guglielmo
Gabetto (Massimo Molea), Ezio Loik (Antonio
DeMatteo), Franco Ossola (Gualtiero Burzi),
Virgilio Maroso (Francesco Gisotti), Giuseppe Grezar
(Gian Paolo Gambi), Danilo Martelli (Fabrizio Croce),
Aldo Ballarin (Marco Bonafaccia), Dino Ballarin (Matteo
Taranto) e in testa capitan Valentino Mazzola (Giuseppe
Fiorello). |
Trama: Il nostro
racconto ha per protagonista Angelo, un adolescente del
sud Italia, un ragazzo come tanti, che vuole diventare un campione di
calcio. Angelo, con la sua famiglia, si trasferisce dal
sud a Torino, studia e lavora per aiutare la famiglia.
Vuole comperarsi un paio di scarpe vere da calcio. Intanto gioca nella
squadretta del liceo ed è tifoso del Torino, la squadra più forte. Il
suo mito. Del Torino conosce tutto, sa a memoria la formazione (Bagicalupo,
Ballarin, Maroso...), i risultati di
tutte le partite, le gesta di tutti suoi i campioni.
Il suo sogno è entrare nella formazione giovanile del Torino. I suoi non
vogliono. I giocatori a quel tempo hanno ingaggi ben più modesti di
quelli a cui ci hanno abituato i campioni di oggi, pur essendo
benestanti. Angelo fa di tutto e riesce ad ottenere un
provino da capitan Mazzola. Non va male, poca tecnica
ma molto talento è il giudizio che ne riceve. Sembra che il sogno stia
per realizzarsi. Per Angelo comincia una nuova vita. Per mantenersi, per
essere autonomo, trova vari lavori come fattorino, operaio, commesso...
Fa spesso il turno di notte per non perdere gli allenamenti e,
nonostante la fatica, non manca una volta in campo e neanche a scuola.
Comincia a conoscere bene i suoi miti, con qualcuno stringe un rapporto
di amicizia. Frequenta il bar Vittoria, che Gabetto e Ossola
hanno aperto nel centro della città.
Conosce Susanna, la figlia del direttore tecnico del
Toro, Erbstein. Nasce una storia d’amore. È il grande
amore della sua vita. Angelo comincia a non vedere più
così lontano il momento in cui il suo sogno potrà realizzarsi: giocare
in prima squadra, allo stadio Filadelfia, avere gli
occhi del pubblico puntati addosso, sentire l’incitamento dei tifosi.
ll Torino si avvia a vincere il suo sesto scudetto. Mancano solo quattro
partite alla fine del campionato. C’è da giocare una amichevole con il
Benfica da disputarsi a Lisbona. Valentino Mazzola
insiste per andarla a giocare a tutti i costi, il presidente Novo non è
d’accordo, prima si deve finire il campionato. Ma è una promessa fatta
da Mazzola al suo amico Ferreira,
capitano del Benfica che smette di giocare. Il presidente acconsente. E
questo è il destino.. al ritorno da Lisbona, in un pomeriggio di
pioggia, l’aereo che riporta la squadra si schianta contro la collina di
Superga, ai piedi della basilica. In quell’istante sembrano scomparire
speranze, affetti, amicizie. È lutto nazionale.
La Federazione Gioco Calcio, su proposta di tutti i club, decide di
aggiudicare d’ufficio lo scudetto al Torino. Il presidente Novo
si rifiuta. La sua squadra giocherà comunque le quattro partite che
mancano mandando in campo la squadra dei ragazzi. Gli avversari
decideranno anche loro di schierare le formazioni giovanili. In quattro
partite i ragazzi del Toro sanno conquistarsi quattro vittorie e in
quelle partite il nostro Angelo, con la maglia numero
10 di Valentino Mazzola, nel suo stadio: il
Filadelfia, realizza il suo sogno.
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